Area dell'identificazione
Codice di riferimento
Titolo
Date
- 1922 - 1931 (Creazione)
Livello di descrizione
Consistenza e supporto
- 15 fascicoli contenenti 383 lettere degli anni 1922-1929
- 6 fascicoli contenenti 283 lettere del 1930.
- 4 fascicoli contenenti 132 lettere del 1931.
- 4 fascicoli nominati "Regesto" contenenti 112 lettere del 1927, 1929, 1930, 1931.
- 59 fascicoli ordinati per mittente, contenenti ciascuno una o più lettere (per un totale di 172 lettere).
- 1 fascicolo, denominato "Persico Edoardo", contenente 28 lettere e 1 fascicolo di trascrizioni dattiloscritte.
- 1 fascicolo, denominato "Garrone Maria Antonietta", contenente 79 lettere, 32 cartoline postali e 13 buste senza lettera.
Area del contesto
Nome del soggetto produttore
Nota biografica
Nacque a Novara da Giovanni Garrone e Maria Antonietta Mercalli. Presto si trasferì a Pesaro per consentire alla sorella Carla, violinista, di frequentare il Conservatorio della città. Il padre, che era direttore di banca, rimase a Novara per motivi di lavoro. Studente di straordinaria bravura, si diplomò al Liceo Mamiani e proseguì gli studi all'Università di Bologna dove, nel 1927, sì laureò in Lettere con una brillante tesi su Giovanni Verga che venne poi pubblicata nel 1941.
Durante la Prima guerra mondiale, ancora adolescente, svolse servizio di volontariato assistendo i feriti sui treni-ospedale di ritorno dal fronte.
Nell'agosto del 1926 fu ospite, per qualche giorno, di Gabriele D'Annunzio a Gardone. Il motivo della visita è sempre rimasto avvolto in un alone di mistero, ma sembra che D'Annunzio avesse incaricato Garrone, insieme ad altri giovani, di compiere una traversata dell'Adriatico fino a Belgrado, che però non fu realizzata.
Tre anni dopo, nel 1929, riuscì a compiere privatamente l'impresa e, con due amici, attraversò l'Adriatico in tempesta a bordo di un cutter. Aveva un animo avventuroso ed era affascinato dal mare e questa indole lo portò ad interessarsi alla figura di Cristoforo Colombo, cui dedicò una storia apocrifa.
Pubblicò articoli politici, critiche letterarie, racconti e scritti vari su molteplici quotidiani e periodici, fra cui Corriere Adriatico, Il Resto del Carlino, Impero, Lavoro Fascista, La civiltà fascista, Assalto, Fiera Letteraria, Belvedere, Universale e Libra. Insieme all'intellettuale Berto Ricci, pubblicò, nel 1930, un opuscolo polemico di stampo anti-borghese e nazionalista, Il Rosai (dal nome del pittore e scrittore Ottone Rosai).
I suoi scritti critici si interrogano sul significato dell'arte e sulla funzione dell'intellettuale auspicando un rinnovamento morale che crei un connubio fra arte e coscienza. Questo desiderio di rinnovamento si tradusse, politicamente, nell'entusiastica adesione di Garrone (e di tanti altri giovani della sua generazione) al primo fascismo. In esso, infatti, gli sembrava di riconoscere un'autentica spinta rivoluzionaria, anti-borghese e risorgimentale che potesse salvare l'Italia dalla decadenza dei costumi. In breve tempo, tuttavia, il regime mostrò il suo vero volto e Garrone, disilluso e amareggiato, ne prese le distanze.
Nei suoi numerosi scritti di fantasia (racconti, testi teatrali, poesie e prose) coabitano, con stridente contraddizione, i suoi due modelli letterari, Giovanni Verga e Gabriele D'Annunzio: «se da un lato aspira al desiderio di solidità e di "costruzione" quella stessa che vede attiva nel romanzo verghiano, dall'altro non sa, o non può, uscire dal rigirio della parola». La tensione verso una unità narrativa di natura verghiana, tuttavia, difficilmente riesce a concretizzarsi e la scrittura di Garrone acquista una «dimensione interiore, spirituale, quasi metafisica».
La produzione letteraria più cospicua è tuttavia rappresentata dalle lettere che ha scambiato con tantissimi intellettuali italiani degli anni Venti e Trenta come Ottone Rosai, Elio Vittorini, Edoardo Persico, Berto Ricci, Enrico Falqui, Virgilio Lilli e Gherardo Gherardi.
Nel giugno del 1930, ormai disilluso dagli ideali fascisti e spinto dal desiderio di evadere da un'Italia troppo provinciale, lasciò Pesaro e si trasferì a Parigi, ma soltanto un anno e mezzo dopo, nel dicembre del 1931, vi morì stroncato da setticemia.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Si veda anche "Dino Garrone" in "Dizionario Biografico", Treccani, 1999, v. 52:
www.treccani.it/enciclopedia/dino-garrone_(Dizionario-Biografico)/
Istituto conservatore
Storia archivistica
Modalità di acquisizione
Area del contenuto e della struttura
Ambito e contenuto
Valutazione e scarto
Incrementi
Sistema di ordinamento
Gran parte della corrispondenza è ordinata cronologicamente, una piccola parte è ordinata alfabeticamente per mittente. Questa suddivisione, probabilmente conseguenza di un riordino del materiale ai fini della pubblicazione di "Carteggi con gli amici (1922-1931)", è stata mantenuta poiché i fascicoli ordinati per mittente sono stati rinvenuti successivamente alla catalogazione dei fascicoli ordinati cronologicamente, nonché per per il suo valore storico.
Area delle condizioni di accesso e uso
Condizioni di accesso
Condizioni di riproduzione
Lingua dei materiali
Scrittura dei materiali
Note sulla lingua e sulla scrittura
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
Le lettere dal 1922 al 1929 sono catalogate anche nel Catalogo Unico di Ateneo: http://opac.uniurb.it/SebinaOpac/.do?idopac=URB1135392.
Elenco dei mittenti e destinatari.
Area dei materiali collegati
Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
Nota bibliografica
Area delle note
Nota
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Garrone, Dino (Soggetto produttore)